COMTE DE MONTAIGNE, UNO CHAMPAGNE DI CARATTERE

di Camillo Pisano

Cuvee comte de montaigne 1 570

Si narra che fu Pierre Pérignon, giovane monaco benedettino dell'abbazia d'Hautvillers, vicino a Épernay, a “inventare” lo Champagne. Fu lui, intorno al 1670, a rimettere in sesto le vigne abbandonate dei conventi delle regione francese e selezionarne le uve migliori, a privilegiarne i terreni più vocati, ad affinare le tecniche di assemblaggio e a preferire una spremitura dolce per ottenere un mosto chiaro anche se da uve a bacca nera come il pinot nero, una delle uve di base del “moderno” Champagne. In realtà i vini della regione della Champagne erano conosciuti fin dal Medioevo: venivano prodotti dai monaci delle numerose abbazie presenti nella regione, che lo usavano come vino da messa. E i regnanti francesi apprezzavano molto questi vini fini e leggeri, tanto da offrirli in segno di omaggio agli altri regnanti europei. Si trattava però, principalmente di rossi o bianchi fermi, quindi senza spuma, come lo Chardonnay dell’Aube, uno dei vini che hanno contribuito alla grandezza dell’odierno Champagne.

Un terroir unico

filosofia comte de montaigne 1 570

Furono i commercianti della Marne a intuire per primi le potenzialità di questo vitigno portato nell’Aube, nella Côte des Bar, da Comte de Champagne al ritorno dalla Terra Santa. Una delle vetrate della Chiesa di Santa Maddalena, a Troyes, ritrae Comte de Champagne mentre porge a un cardinale il primo ceppo di uve di Chardonnay riportato dalle Crociate del XIII secolo e poi trapiantato nella Côte des Bar. Questa immagine colpì un bambino tanto da far nascere in lui un amore e una passione senza limiti. Quel bambino era Stéphane Revol, ora Ceo della Maison de Champagne Comte de Montaigne, e quella passione è sempre stata alla base dell’azienda, che vede protagonisti il manager e la sua famiglia impegnati a restituire al blasone aziendale il suo antico splendore e a valorizzare la vera regione di origine dello Champagne. Infatti il vero territorio di origine dello Champagne è l’Aube, anche se nei secoli lo Champagne è stato erroneamente associato alla Marne, sede dei più noti produttori e oggi prima per quantità prodotta.

Uno Champagne di carattere

Stéphane Revol comte de montaigne edit 570

Il terroir della Côte des Bar, uno dei tratti identitari del marchio Comte de Montaigne, beneficia di un microclima unico e di un terreno con una particolare composizione minerale. Un habitat speciale, dal clima temperato, oceanico, semi-continentale, nel quale l’esposizione al sole è limitata e il sottosuolo gessoso svolge una funzione termoregolatrice e protettiva delle radici del vigneto. I terreni, i vitigni, le cantine e la produzione, sono luoghi e attività “environmental friendly” dove tradizione e innovazione si incontrano nel segno della sostenibilità ambientale. Qualche esempio? Il disciplinare dello Champagne include fino a un massimo di tre trattamenti annuali della vigna, che non vengono mai effettuati in via preventiva da Comte de Montaigne, ma solo per reali necessità. E ancora: la lotta al gelo viene fatta principalmente con l’acqua, evitando di usare il gas per ridurre le emissioni di CO2.

A proposito di Comte de Montaigne

Comte de Montaigne Blanc de Blancs bottiglia 570

Pressatura, assemblage, presa di spuma e invecchiamento sui lieviti, remuage, sboccatura, e dosaggio sono le fasi chiave di un processo di vinificazione di 55 mesi, svolto dalla Maison nel massimo rispetto dei tempi della natura per conferire alle cuvée golosità, complessità, eleganza ma, soprattutto, autenticità. E da questo circolo virtuoso nascono Champagne di carattere, dall’anima fruttata o fiorita, oppure con sentore di spezie, burro o crosta di pane: dal Brut (70% Pinot Noir e 30% Chardonnay), all’Extra Brut (70% Pinot Noire 30% Chardonnay), al Rosé (100% Pinot Noir), al Blanc de Blancs (100% Chardonnay) fino alla Cuvée Speciale (100% Pinot Noir).

 

COMTE DE MONTAIGNE ITALIA
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