Riceviamo da Ufficio Stampa DOC COM e volentieri pubblichiamo.
Il prossimo 11 novembre Beba Marsano sarà ospite del 5 stelle Lusso bolognese, per presentare il terzo volume della sua antologia di tesori italiani “Vale un viaggio” insieme al giornalista Edoardo Raspelli. La critica d’arte racconterà emozioni, scorci e storie legate al patrimonio nazionale. Il suo diario di viaggio è accompagnato da schede dedicate all’ospitalità e ai più affascinanti punti di interesse cittadini, tra i quali sono annoverati lo stesso Majestic e il suo ristorante I Carracci.
Il nuovo libro di Beba Marsano condensa tra le sue pagine tutto ciò che di meglio ha scoperto percorrendo l’Italia. La giornalista e critica d’arte insieme a Edoardo Raspelli, autore e conduttore televisivo, presenta il terzo volume della collana “Vale un Viaggio”, edita da Cinquesensi nella cornice del Grand Hotel Majestic “già Baglioni” venerdì 11 novembre alle ore 18.30. Beba Marsano ha composto un vero mosaico di bellezza in 101 tappe culturali e naturalistiche. E ha scelto di presentarlo al Majestic, in anteprima nazionale, proprio in considerazione del valore storico e artistico della struttura: vero albergo-museo che quest’anno festeggia i 110 anni.
Come sostiene la giornalista, l’hotel “vale il viaggio”: la guida si sofferma sugli arredi d’epoca, le suite in stile veneziano e art déco e il famoso Camerino d’Europa, al piano nobile, che custodisce la prima opera nota dei Carracci. Il libro menziona anche la “notte bianca” futurista, il blitz che Filippo Tommaso Marinetti tenne in hotel nel 1914, presentando opere di vari artisti, compreso un giovane Giorgio Morandi. Una scheda a parte è dedicata al Ristorante I Carracci, fiore all’occhiello dell’hotel, definito “la tavola più elegante della città”, con i soffitti affrescati dalla scuola dei Carracci e un menù consacrato alla cucina emiliana e alle proposte gourmet.
Appassionata di turismo culturale, Beba Marsano ha dedicato alla città Bologna diverse pagine. In particolare, suggerisce di visitare l’Arca di San Domenico, realizzata da vari scultori di genio che si sono avvicendati per cinque secoli, l’Oratorio di Santa Cecilia con il suo corpus di affreschi, e la Passione di Bartolomeo Cesi, custodita nella Chiesa di San Girolamo, nel cimitero monumentale della Certosa.