di Carmine Maione
Condividere i frutti della sua terra con gli amici gli dà gioia. Trascorrere le giornate ai piedi del Monte Somma, in pieno Parco Nazionale del Vesuvio, per Salvatore Accardo, quinto di otto fratelli, nella vita impiegato e contadino per passione, è un privilegio che non ha prezzo. Ogni giorno affondare le mani nel terreno fertile del vulcano lo ha trasformato nel tempo in un autentico custode della genuinità. Le sue giornate in aperta campagna scandite dal ritmo delle stagioni, tra vitigni autoctoni dominati da Caprettone Piedirosso e filari di “pomodorino del piennolo “ sono spesso riempite dalla presenza di amici. Anche la varietà di verdure e gli alberi da frutta, generosi come lui, non ricevono alcun trattamento chimico ma unicamente letame animale e acqua piovana, quest’ultima anche raccolta in cisterna per il periodo estivo.
Non poteva mancare tra i gioielli di stagione del suo orto la “Torzella”, il cavolo riccio che proprio in questi giorni è diventato un Presidio Slow Food. Tutte verdure invernali con importanti poteri nutraceutici, vere perle della Dieta Mediterranea da sempre protagoniste nella cucina tradizionale napoletana. Un lungo elenco di doni della natura: cavolo nero, bietola rossa, spinaci, “friarielli” (tipico broccolo autoctono) bietole a costa bianca, scarole per la minestra, cicoria, borragine, cavolo bianco, broccolo di Natale, finocchio e broccolo barese, patata viola, fave e pisello Centogiorni, il tutto coltivato in campo aperto. Ai suoi ospiti, sempre accolti con un calice di vino gustato all’ombra degli ulivi, Salvatore racconta con profonda conoscenza i prodotti del suo orto regalando momenti di straordinaria bellezza a contatto con la natura.