di Giuseppe Casagrande
Al poeta del vino e del cibo l'imprenditore Gianpaolo Girardi ha dedicato il catalogo 2021. La riscoperta dei Vini Franchi, Estremi e Vulcanici. Diciassette anni fa moriva a Bergamo Luigi "Gino" Veronelli, poeta del vino e del cibo, nonché maestro di giornalismo per gli amanti della buona tavola. Ambasciatore ante litteram del made in Italy (prima, molto prima di Slow Food, del Gambero Rosso e di Eataly), filosofo illuminato e rivoluzionario, anarchico coraggioso e irriverente, eretico enoico come lui stesso amava definirsi (non enologo, cioè tecnico di cantina, come taluni semplicisticamente ed erroneamente lo definivano) ha lasciato tracce indelebili anche in Trentino in occasione delle sue numerose scorribande tra cantine, ristoranti e trattorie. Numerosi i legami di familiarità con alcuni vignaioli trentini (i marchesi Guerrieri Gonzaga, i conti Bossi Fedrigotti, il Barone de Cles, i De Tarczal). Ed ancora: l'affetto per Elisabetta Foradori, per i fratelli Lunelli (maison spumantistica Ferrari), per Mario Pojer e Fiorentino Sandri. L'amicizia con i ristoratori (Lucia Gius di Maso Cantanghel) e con alcuni uomini di scienza e cattedratici trentini della Fondazione Edmund Mach Istituto Agrario di San Michele all'Adige. Tra questi ultimi il preside emerito dell'Istituto, prof. Francesco Spagnolli, di cui è stato anche testimone di nozze. Bene. A Luigi Veronelli e al nume tutelare del monumentale archivio di "Casa Veronelli", Gian Arturo Rota, l'imprenditore trentino Gianpaolo Girardi ha voluto rendere omaggio dedicandogli il catalogo 2021 di Proposta Vini, l'azienda di Cirè di Pergine leader nella selezione e commercializzazione di vini, spumanti, distillati, birre artigianali.
"L'ho dedicato con profonda deferenza e ammirazione - ha confessato Gianpaolo Girardi - a Luigi Veronelli, figura fondamentale del patrimonio enogastronomico e culturale italiano. Un giornalista che ha inventato un nuovo linguaggio nella comunicazione e dato visibilità al mondo contadino. Un maestro che ha contribuito a creare le basi culturali per l’uso di un linguaggio nuovo, legato alla terra ("il vino è il canto della terra verso il cielo" amava ripetere). Grazie alla sua opera di divulgazione oggi è possibile avvicinare il mondo del vino alla storia, alla cultura e al paesaggio. Ed è questa la nostra filosofia, la mission di Proposta Vini attraverso i progetti che abbiamo messo in cantiere in questi anni: dai Vini Estremi ai Vini Franchi, dai Vini Vulcanici ai Vini delle Isole Minori, dai Vini dell’Angelo ai Vini dell'Impero, dai Vini delle Città alle Bollicine da uve italiane, tutti progetti nati per dare visibilità a vini presenti da secoli nel nostro Paese, ma lontani da ogni regola di omologazione e poco conosciuti sul mercato". Quanto mai interessante, in particolare, il progetto legato alla riscoperta dei "Vini Franchi". Sono quei vini provenienti da uve franche di piede, non innestate su vite americana e miracolosamente sopravvissute al flagello della fillossera che nella seconda metà dell'Ottocento decimò la viticoltura del Vecchio Continente. Sono vini - lo dice la parola stessa - schietti, genuini, sinceri, naturali con caratteristiche (all'olfatto e al gusto) spiccate e persistenti rispetto ai vini prodotti con uve da portainnesto. Quattordici sono i Vini Franchi inseriti nel catalogo e provengono da ogni angolo della Penisola: dal Trentino alla Sicilia, dalla Valle d'Aosta alla Sardegna, dal Veneto alla Campania.
Vi è il Lambrusco a foglia frastagliata del Vigneto Còi Vallarom di Brentino Belluno (Verona), il Groppello di Revò del Vigneto El Zeremia di Lorenzo Zadra, il Biancolella del Vigneto A Catena d'ò Nonn di Ponza, il Carignano del Sulcis del vigneto (ad alberello) Culurgioni Santadi di Carbonia-Iglesias. Ed ancora: il Lambrusco a foglia frastagliata del vigneto Perciso di Mama d'Avio (età media delle vite 110 anni) dell'Associazione trentina I Dolomitici, la Fortana del vigneto Duna della Puia Mariotti di Comacchio, la Garganega del vigneto I Rasoli Battistelle di Monteforte d'Alpone, la Barbera del vigneto Macchiusanelle Campano di Castelvetere sul Calore (Avellino), il Bovale del vigneto Muristellu U Tabarka di Carloforte (Sardegna), il Carricante Palmento Caselle di Milo (Catania), l'Asprinio d'Aversa I Borboni di Santa Patena (Napoli), il Prié Blanc de Morgeaux et de La Salle del vigneto Tzandéan (Aosta) il Falanghina Lacryma Christi del Vesuvio della Vigna del Vulcano (Napoli) e il Piedirosso del vigneto Vigna Madre La Sibilla di Bacoli (Napoli). Quest'anno il catalogo di Proposta Vini si arricchisce di 23 nuove aziende: 14 italiane e 9 straniere. Rappresentano il panorama vitivinicolo europeo grazie alla presenza di 255 produttori italiani e 132 stranieri. Da oltre trent’anni Proposta Vini recupera e valorizza i vitigni storici, la biodiversità e il patrimonio territoriale e vitivinicolo italiano, prediligendo soprattutto i piccoli produttori. In alto i calici. Prosit.