di Giuseppe Casagrande
La maison Ferrari sfida il tempo con i gioielli della linea Perlé. La consacrazione con i piatti d'autore dello chef stellato Edoardo Fumagalli.
Un inno alla longevità e alla bellezza del tempo. Non avevamo dubbi sulla longevità delle bollicine della "maison" spumantistica Ferrari. La confernma, l'ennesima, l'abbiamo avuta in occasione del matrimonio d'amorosi sensi, a tavola, tra alcuni gioielli della nuova collezione Perlé e i piatti d'autore di Edoardo Fumagalli, chef stellato della Locanda Margon, il ristorante gourmet della famiglia Lunelli.
Prima di entrare nel vivo dell'evento che ha richiamato in Trentino giornalisti, opinion leader, critici enogastronomici, sommelier, va ricordato che le esclusive bottiglie di Ferrari Perlé, Perlé Nero e Perlé Rosé hanno riposato per lunghi anni (15-20-25 anni) di affinamento nel buio e nel silenzio della cantina di Ravina prima della sboccatura avvenuta nel 2021. Ecco perchè oggi possono raccontare una storia affascinante che permette di apprezzare lo stile dell'azienda, l'evoluzione delle singole bottiglie, il percorso delle diverse tipologie di Trentodoc nel corso degli anni.
Ferrari Perlé dal 1971 è l'icona della maison spumantistica trentina
La "Verticale" si è concentrata sul Ferrari Perlé che dal 1971 è diventato l'icona della maison spumantistica trentina. Proposto in questa prima fase nelle annate 2001, 2003 e 2005 con sboccatura 2021, il Ferrari Perlé esprime appieno il proprio potenziale che si è via via affinato nel corso dei lunghi anni di affinamento. Ogni annata racconta le caratteristiche specifiche delle divrse etichette ed interpreta fedelmente l'evoluzione avvenuta: straordinaria eleganza per le annate più fresche, grande complessità per le annate più calde. In tutte ritroviamo, comunque, delle sorprendenti ed emozionanti sfumature.
Se il Ferrari Perlé è da sempre frutto di uve Chardonnay, il vitigno principe delle bollicine trentine, il Perlé Nero è il primo e unico Blanc de Noirs firmato Ferrari, creato con uve selezionate nei migliori vigneti di proprietà, espressione perfetta di un vitigno spesso capriccioso come il Pinot Nero, che dopo un lungo periodo di affinamento regala sfumature raffinate ed eleganti. Il Ferrari Perlé Rosé a sua volta (nasce da un blend di Pinot Nero e Chardonnay) testimonia, in particolare nella storica annata 1997, proposta fin da ora e da sola, la grande esperienza Ferrari nella valorizzazione di entrambi i vitigni.
Sfiziosi gli amuse bouche e la trota Oro salmonata e marinata
Ma veniamo al matrimonio d'amorosi sensi tra le alcune storiche annate Perlè e i piatti d'autore di Edoardo Fumagalli, chef stellato della Locanda Margon. Partenza in sordina nella balconata che si affaccia sulla città e sulla vallata dell'Adige. Il maître Aleksandar Valentinov Nikolaev propone agli ospiti un Ferrari Perlé formato Magnum 2016 per accompagnare alcuni deliziosi amuse bouche: una eterea spuma di patate; uova di quaglia pochè al tartufo nero; crumble al cacao; bocconcini di ceriali soffiati. A tavola apre le danze una coreografica trota Oro salmonata e marinata dell'azienda Leonardi di Preore con punte di asparagi verdi, uova di trota e dressing al caramello speziato.
Gran piatto abbinato ad un maestoso Ferrari Perlé millesimo 2005. Millesimo che accompagnerà anche i simpatici bottoncini di pasta profumata alla curcuma, ripieni di crema "leggera" al salmerino alpino e speck delle Giudicarie. Breve intervallo con commenti entusiastici da parte dei wine lover presenti all'evento che hanno trovato conferma anche nel giudizio oltremodo lusinghiero espresso dello "chef de cave" della maison Ferrari, Ruben Larentis. Grande annata, il 2005, per un gran Perlè dal colore giallo paglierino, con riflessi dorati, morbido, suadente, con una nota di mela matura e mandorla, lunghissimo in bocca.
Capesante con salsa al corallo, aceto di miele e petto d'anatra
Ed arriviamo al Perlè 2003 abbinato alle noci di capesante scottate, salsa al corallo e variazione di barbabietole all'aceto di miele Thun di Vigo di Ton, un omaggio ad Andrea Paternoster. Un Trentodoc dai riflessi dorati, fresco, sapido, minerale, elegante ed avvolgente. Da standing ovation il Perlé 2001 e il Perlé Rosé 1997 abbinati al petto d'anatra arrostito con asparagi bianchi di Ravina e crosta di frutta secca al berberè. Un'esplosione di nuances il Perlé 2001: ribes, fragoline di bosco, lamponi, scorza d'arancia. Al palato è elegante, vellutato con una struttura che esalta la tipicità del Pinot Nero, impreziosita da una nota esotica che ricorda le spezie.
Un piacere farlo roteare in bocca. E che dire del Rosè 1997? Emozioni senza fine, ad ogni sorso, grazie alla complessità del frutto (bacche rosse, ribes, fragoline di bosco) e all'eleganza arricchita da fragranze di crosta di pane. Morbido, vellutato, persistente. Da Grand Prix. Chiusura in dolcezza con il Maximum Demi Sec abbinato a delle tuiles (sfoglie di zucchero) croccanti con praline alla frutta secca, spuma alla "quintessenza albero del paradiso" di mieli Thun e gelato al fiordilatte. Che altro aggiungere? Semplicemente chapeau allo chef e alla famiglia Lunelli che con questi gioielli intende sfidare il tempo. Chapeau! In alto i calici. Prosit.
Locanda Margon
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