di Giuseppe Casagrande
Lo scrittore friulano Enzo Cattaruzzi racconta la politica degli ultimi anni attraverso le gustose ricette del Maestro di Cucina Germano Pontoni.
Di quale colore (politico) è la minestra? Giorgio Gaber, nella famosa ballata meneghina "Destra-Sinistra" non aveva dubbi. "Una bella minestrina è di destra, il minestrone è sempre di sinistra". A questa intrigante domanda ha voluto dare una risposta anche il giornalista scrittore friulano Enzo Cattaruzzi, socio fondatore e presidente del Club della Minestra, con un prestigioso curriculum di commentatore politico su quotidiani (La Discussione, Il Popolo, il Gazzettino, il Friuli, il Messaggero Veneto) e reti televisive. Accattivante il titolo della sua ultima fatica editoriale: "Non è la solita minestra" (Casa editrice L'Orto della Cultura, 104 pagine, 15 euro). Un volume che racconta la politica italiana degli ultimi anni attraverso le ricette di un grande chef friulano, Germano Pontoni. Lo ha presentato domenica in occasione dell'edizione 2022 del Festival della Polenta di Storo (era tra i componenti della giuria delle "Polentiadi" come esperto enogastronomico).
"Cambiano i governi, i ministri, ma la minestra è sempre la stessa"
Il giornalista scrittore friulano Enzo Cattaruzzi.
"Cambiano i ministri, cambiano i governi, ma la minestra è sempre la stessa" è il perenne lamento della vox populi. Quando, invece, la politica e la cucina s'incontrano, il vecchio adagio può essere rivisitato e corretto come suggerisce Enzo Cattaruzzi che provocatoriamente parla di politica abbinandola alle ricette del Maestro di Cucina Germano Pontoni. Formula originale che sottolinea il binomio e l'effervescenza con cui la tavola è sempre stata luogo di incontri conviviali, di affari, di accordi politici, anche gomito a gomito, tra rappresentanti di diversi partiti. L'autore si sofferma in particolare sulla "minestra friulana" accompagnata sempre dal mitico "tajùt", un buon bicchiere di vino in una regione in cui il dialogo con i cittadini è diretto e genuino, scevro da ideologie divisive.
Anche un umile minestra può diventare un piatto da re
In tempi di ubriacature narcisistiche con i profeti dei reality show che imperversano sulle reti televisive di mezzo mondo dall'alba al tramonto e dal tramonto fino a notte fonda, Germano Pontoni ci riconduce sulla "diritta via" di dantesca memoria riportando in auge le mitiche minestre della nonna. Piatti umili che se preparati con una sapiente scelta degli ingredienti possono diventare dei piatti da re. Amarcord personale. Ho ancora impressa nella mente la bontà di uno dei piatti più poveri della cucina trentina, la minestra di ortiche, assaggiata 40 e più anni fa a Rovereto nella "cambusa" di Gigi Caresia (il "Pellegrino Artusi del Trentino"). Altri tempi, direte voi. Macché, altra cultura, che Caresia sapeva interpretare con l'umiltà dei grandi.
Dalla zuppa d'orzo, fagioli e pancetta affumicata alla minestra maritata
Tra le millanta ricette proposte da Germano Pontoni in questo bellissimo volume merita sicuramente una citazione la peccaminosa zuppa d'orzo, fagioli e pancetta affumicata, ricetta che accomuna le popolazioni delle Dolomiti trentine, venete e friulane colpite in occasione della disastrosa tempesta Vaia del 2018. Ed ancora, solo per citarne alcune, la minestra di verze, patate e fagioli; il minestrone di fagioli; la minestra maritata; il brut brusà; il paparot; la panada; la minestra di patate e riso con le carote; la vellutata di zucca; la zuppa di cipolle. Ricette dal sapore antico che in tempi di cucina "fusion" (ribattezzata cucina "confusion"), di cucina molecolare, di cucina esotica nobilitano i piatti della tradizione, della nonna e delle nostre, vecchie, care trattorie di campagna e di città. Tranqulli, non sono sparite.
Lo chef friulano, Maestro di Cucina, Germano Pontoni.