di Giampietro Comolli
Siamo in terra di Friuli, quella parte orientale, goriziana ma anche slovena e croata, un altopiano roccioso calcareo che guarda le Alpi Giulie, il golfo di Trieste, un anticlinale di rocce erose nei millenni dalla sola azione delle piogge violente e ventose, tessuto friabile che forma un altipiano mosso detto Collio carsico goriziano, diverso da quello dalmata e croato, fra l’Isonzo e lo Judrio. Si creano vallette più o meno strette e chiuse in cui c’è forte drenaggio, diverse, con molte grotte che favoriscono inversione ed escursioni termiche. Terra di vigne e di storia. Da qui passarono i Longobardi lasciando tracce. Gorizia è il capoluogo, dove è necessario visitare Casa Rassauer in stile gotico, palazzo Formentini sede del museo e la chiesa trecentesca del Santo Spirito.
Una puntata a Cividale primo importante insediamento longobardo in Italia per ammirare il tempietto dell’Oratorio in Valle, l’Ipogeo celtico sotterraneo, poi la basilica e il sito archeologico di Aquileia, già patrimonio Unesco. Cormòns merita per il Duomo e la Centa, il sobborgo medioevale esistente ancora attorno alla cattedrale come difesa. Territorio agricolo legato all’uva e al vino (circa 1600 ettari vitati su marne e arenarie friabili) , ma anche a ortaggi e verdure che rientrano in piatti molto semplici ma particolari come il risotto sclopit, cioè mantecato con mascarpone e una erba primaverile delicata e saporita, e il brodo abbrustolito a base di uovo, farina, burro, formaggi vari e pane secco.
Ottimo l’olio Evo della varietà locale di Carbona, la verza di Sant’Andrea, e il radicchio Canarino o Rosa di Gorizia, le rape colletto viola Brovada, funghi di campo pioppini che rientrano in stagione in molte ricette. Luogo indimenticabile per acquisti di ogni genere alimentare, in Gorizia, al mercato coperto di Corso Verdi oppure da Tomadin in via Cumana a Cormons. In particolare Cormòns è città di passaggio con influenze mitteleuropee anche nel cibo: gli austriaci kiffel di patate in brodo oppure i gnocchi di semolino, la zuppa Juta di fagioli crauti e carne di maiale e i ravioli con il ripieno di patate, il Frico appunto di patate e formaggio fuso. I dolci sono lo strudel o paste ripieno di frutta secca e fresca.
Per i vini il territorio offre una gamma doc di bianchi e rossi eccezionali, dal Merlot ai Cabernet, fra i bianchi dal Riesling allo Chardonnay, dal Picolit al Traminer aromatico, dai Sauvignon alla Ribolla Gialla, dal Friulano al Muller Thurgau. Un luogo giusto per un pranzo e anche cena prelibata è il Resort Trattoria al Cacciatore nella strada o via della Subida a Cormòns oppure consiglio la trattoria Al Giardinetto sempre a Cormons, in alternativa soprattutto a pranzo-colazione i profumi tipici della osteria da Marcello in località Corona sempre nei pressi della città di Cormòns. La Tavernetta al Castello, Bistrot Il Gusto di Casanova e Hosteria del Castello nei pressi del Castello di Spessa.
Altri luoghi consigliati per una sosta a pranzo sono L’Argine a Vencò della Dolegna del Collio oppure la miglior merenda spuntino con assaggi delle ricette tradizionali ben presentate all’osteria della Ribolla a Corno di Rosazzo. Dopo giornate intense fra cantine e osterie di pregio, il giusto pernotto si può trovare all’albergo Felcaro a Cormons, oppure una ottima e piacevole reservetion nell’esclusivo Castello di Spessa a Capriva, oppure alla locanda Orologio a Brazzano, oppure ai Ronchi di Sant’Egidio a Poggiobello di Mazzano.