DOPO UN'ASSENZA DI CINQUE ANNI IL TITOLO DI CAMPIONE DEL MONDO DI BOLLICINE TORNA IN ITALIA

di redazione@itinerarideisapori.it

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Dopo anni, il titolo di campione del mondo delle Bubble’s Wine ritorna in Italia. Un Franciacorta su tutti. Sei dei sette premi mondiali, assegnati all’Italia dopo anni di digiuno.

Dopo un’assenza di cinque anni, il titolo di “Campione del Mondo” decretato dalla 14.ma edizione del Challenge Internazionale Euposia – organizzato dal quotidiano L’Adige di Verona e da Vinophila – torna all’Italia con il Franciacorta DOCG, Tenuta Villa Crespia dei fratelli Muratori, Millè 2009, blanc de blancs. Il Challenge è riservato solo ai vini ottenuti con il metodo tradizionale classico o metodo champenoise o metodo clasico prodotti in tutti i paesi del mondo e con qualsiasi tipologia di vitigno e di uve, sia a denominazione geografica che non. Il Challenge si divide in diverse categorie, dal metodo biologico agli autoctoni, dai millesimati ai senza annata, dai non dosati ai brut, dai bianchi ai rosè. All’edizione 2021 hanno partecipato 182 vini provenienti da 13 Paesi e da 5 continenti, un panorama che si può considerare globale e in rappresentanza di tutti i territori più noti e più importanti.

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La giuria internazionale è stata presieduta da Giampietro Comolli cui chiediamo una impressione a caldo, appena fatti tutti i calcoli. “Giuria perfetta, composta da 2 commissioni, ciascuna 4 sessioni di sedute, svolte in più giorni, locale perfetto per clima e asetticità, un servizio impeccabile dei giovani allievi della scuola. 24 giurati fra nazionali e stranieri, regolamento identico a quello del Grand Jury Européen. Su 182 vini partecipanti alla degustazione finale solo 6 hanno avuto bisogno di un riassaggio tecnico richiesto da giurati. Tutto molto blindato, degustazione senza alcuna informazione tecnica, bottiglie alla cieca. Abbiamo assaggiato vini dall’Uruguay , Turchia, Gran Bretagna, Francia, Germania, Sud Africa, Alsazia, Champagne, Bourgogne, Croazia, Austria, Spagna, Argentina, Ungheria. L’Italia era rappresentata da tutte le regioni italiane, dal Trento alla Franciacorta, dall’Abruzzo alla Campania, dall’Alta Langa alla Emilia, dall’Oltrepò al Alto Adige, dalla Toscana alla Sicilia e molte etichette aziendali sparse in tutti i distretti”.

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“Mi ha fatto molto piacere di essere stato testimone “privilegiato” come unico presidente di giuria del ritorno in Italia di un titolo, oggi, sicuramente meritato per due motivi fondamentali: l’Italia produce vini spumeggianti con fermentazione in recipienti piccoli e tappati da almeno i 2000 anni quando i romani misero a regime i metodi (1)acinatico protropum e (2) aigleucos che ricalca il modello della doppia fermentazione con aggiunta di zuccheri e sciroppi come poi sembrò una invenzione nel XVII° secolo in Francia. Inoltre perché l’Italia oggi produce una enorme varietà di etichette con una crescita della qualità a passi da gigante negli ultimi 10 anni, frutto di un lavoro che iniziò con il Forum Spumanti Italia nel 2004 aperto a tutte le bollicine nazionali per un confronto pubblico, per avere il coraggio di mettersi in gioco”.

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Veniamo ai tanto attesi vincitori. Per la categoria biologici e autoctoni, la palma d’oro è andata, rispettivamente al Franciacorta DOCG brut nature s.a. della casa 1701 di Cazzago san Martino e al Carmine Festa Abruzzo Doc della cantina Eredi Legonziano, vendemmia 2012, un blend ottenuto dalle uve di passerina e pecorino. Sempre all’Italia va – per la prima volta ex aequo – il titolo di Campione del Mondo delle bollicine Rosé: all’Alta Langa DOCG rosè brut vendemmia 2016 Gancia 1850 e alla Cuvée Bellei brut rosè s.a. alla cantina Francesco Bellei di Modena. Questo titolo mondiale mancava all’Italia da 4 anni. Alla Francia è andato il primo premio, categoria rosè biologici, al Cremant di Bordeaux rosè brut millesimo 2016 del produttore Patrick Boudon vino ottenuto con una base di Cabernet Franc, mentre il titolo del rosè biologico da vitigno autoctono va all’Italia, al vino Egosum rosè brut della cantina Dragone di Matera ottenuto con una base di uva Primitivo particolarmente coltivata.

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I premi “nazionali”, parimenti decretati, sono così stati assegnati a:
Turchia per il vino Vinkara Yayasin, vendemmia 2016, quale miglior metodo tradizionale classico internazionale;
Germania per il vino Sauvignon Blanc brut vendemmia 2017 della Motzenbacker, quale miglior biologico internazionale;
Spagna per il vino III° Lustros vendemmia 2013 della casa Gramona, quale miglior autoctono internazionale.

Come tradizione grande partecipazione della Francia, non diversi vini, tutti molto competitivi, attraenti e di elevata fattura sia dalla Champagne che da altri territori vocati della valle del Rodano o della Loira o della Garonna. In assoluto il miglior metodo tradizionale classico d’Oltralpe è risultato lo Champagne Blanc de Blancs millesime 2014 della maison Ayala; il miglior autoctono Cremant Bordeaux Semillon brut nature millesimo 2018 della maison Patrick Boudon; il miglior biologico Champagne Collette brut s.a. di maison Bonnet, blend di Pinot Noir e Pinot Blanc.

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Ottima selezione in partenza anche per l’Italia i cui attestati nazionali sono andati a:
Cesarini Sforza Trentodoc 1673 vendemmia 2013 si aggiudica il titolo di miglior metodo classico affiancato dalla Fattori Lessini Durello DOC brut vendemmia 2013 miglior biologico; il miglior autoctono è stato il Colli della Murgia Amore VSQ IGP Puglia s.a. , blend di Fiano e Minutolo. Mentre vanno entrambi in Veneto, provincia di Vicenza e zona Montebello, i migliori metodo tradizionale classico, ex equo, il Dal Maso Lessini Durello riserva pas dosè vendemmia 2015 e il Cecchin Nostrum Lessini Durello Doc extra brut vendemmia 2016.

Come tradizione, il premio Euposia Host Challenge alla nazione invitata come ospite dell’edizione 2021, la Germania, viene assegnato al vino Raumland Kirchenstuck Renania Palatinato Dalsheim vendemmia 2011, un blanc de noir che risulta essere il miglior metodo tradizionale classico tedesco, prodotto in una regione che proprio a luglio scorso è stata particolarmente colpita da gravi alluvioni.

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Miglior vino delle Americhe è risultato lo spumante Garzon Regione Maldonado Uruguay extra brut s.a., un blend di Chardonnay e Pinot Noir.
Da Stellenbosh, RSA, arrivano invece le migliori bollicine dell’Africa, lo Spier 1692 brut millesimo 2017 a base Chardonnay e Pinot Noir.
Molte le novità anche dall’Europa: per l’Europa dell’Est, premiato il Blanc de Blancs Miroglio vendemmia 2016 della Edoardo Miroglio, cantina della Bulgaria; mentre per il Regno Unito (arrivati molte etichette di merret method nonostante le difficoltà e i dazi dovuti alla Brexit) è risultata la migliore bollicina UK il Twenty Fifteen Gusbourne vendemmia 2015, ottenuto da Chardonnay in purezza. Per la Spagna, è risultato il miglior vino spagnolo fra quelli selezionati, il Maria Rigol Ordi Cava brut millesimè 2014 prodotto nel cuore della denominazione a Sant Sadurnì d’Anoia.

La 14.ma edizione del Challenge si è svolta grazie all’impegno del Comune di Castelnuovo del Garda, AssoEnologi, l’Osservatorio Economico Osve, Centro Studi Ricerche Ceves, AeroLogistik, Onaf-Verona, ErmesBotanica, WineCave, Zalto, Denk’Art e Ipsoa Berti di Verona.

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