di Camillo Pisano
Il libro, redatto da Michele Scognamiglio e pubblicato da Cuzzolin Editore, ripercorre uno dei territori più particolari del bel paese.
Uscito nelle librerie il nuovo libro, edito da Cuzzolin Editore, Asprinio D'aversa racconto di un matrimonio Felix di 3000 anni fa, con le prefazioni di Peppe Vessicchio e Antonio Medici di Michele Scognamiglio. Biochimico, patologo, nutrizionista clinico per vocazione, Giornalista, divulgatore e scrittore per passione e anche sommelier e assaggiatore professionale di olio evo per tentazione, guarda con sospetto chi in un calice di vino va solo a caccia di lacrime e archetti e chi storce il naso all'assaggio di olio extravergine con marcate note amare e pungenti. Dello stesso autore, editi dalla Cuzzolin editore: e ora Pasta! Alla ricerca della dieta perduta, Sorsi di Salute. Il vino senza frasca.
Michele Scognamiglio scatta una nuova istantanea di questo magico territorio campano in continua evoluzione, ripercorrendo le storie di un tempo che, ora, si intrecciano con le persone e i vini di oggi. Il libro, strutturato come una guida, accompagna il lettore, esperto o meno, nella conoscenza di un vitigno è un territorio unico al mondo. Destreggiandosi tra presente e passato rivolgendosi al futuro. I testi di Scognamiglio e le immagini correlate vanno a integrare ed evidenziare i cambiamenti avvenuti negli anni, mantenendo comunque un dialogo costante con il presente. Gli scritti di ieri presentano uno sfondo colorato e un carattere tipografico differente rispetto a quelli di oggi e di domani; si crea così una sequenzialità che mette in luce le trasformazioni avvenute nel tempo. Il volume analizza il territorio, trattando nel dettaglio la storia, la geologia, il clima, la viticoltura, i vitigni.
«Il maestro peppe Vessicchio dice: "quando il ricercatore è mosso da quella curiosità che nulla teme, ne' il fallimento dell'obiettivo tantomeno la sorpresa, quando il moto d'indagine è interpolato tra gli estremi cardinali della nostra mente è possibile accedere ad un osservatorio che ti colloca al di sopra delle parti. Solo da quel punto di vista è possibile tracciare l'utile e sinergico collegamento tra alcuni opposti che convivono dentro di noi: passione e logica , conosciuto e conoscenza, bisogni individuali e ragioni della collettività.
Grazie a questa innata attitudine, grazie ad un coltivato desiderio di conoscenza sostenuto da una solida formazione scientifica, l'autore ha ritenuto in questo prezioso volume citazioni documentali sagacemente storicizzate, interessanti riflessioni antropologiche e raffinati concetti di interazione biologica. Una visione rapida, utilmente schematica è intelligentemente ramificata, proprio come i tralci dell'asprinio nel loro funzionale e secolare abbraccio matrimoniale al pioppo. Per chi vuole orientarsi nel mitico mondo dell' alberata aversana questa storia di mappa impostata su più linguaggi plurivocamente intrecciati può essere di estremo aiuto. A tal proposito mi piace sottolineare come Michele, amico è complice si insolite ricerche, abbia svolto un lavoro di interesse estremo".
Antonio Medici esperto enogastronomico, racconta che ha conosciuto Michele Scognamiglio per caso, perché coinvolto per la presentazione di un suo testo, un manuale di divulgazione scientifica sulle proprietà del vino e del suo variegato impatto sull'organismo e sull'animo del bevitore. "Mi furono chiare da quella lettura le sue doti straordinarie. L'intelligenza sincera è aperta, l'abilità di una scrittura scorrevole e capace di rendere comprensibile anche processi complessi. La propensione al calore umano e ai piaceri della vita li sospettai, avendone successiva conferma. Secondo me, Il libro consolida tra l'autore è il territorio, l'amore che Scognamiglio ha con la sua terra.
L'asprinio d'aversa racconto di matrimonio felix di 3000 anni fa , non è solo una validissima ed essenziale, nel senso di imprescindibile, guida alla scoperta di un vitigno straordinario, di una viticoltura originalissima , di un vino che può stare sul mercato e scalarlo. Ma di un progetto". Quindi scrive ancora Scognamiglio: "in assenza di una progettualità per il futuro, la vite maritata è destinata a diventare un cimelio museale, memoria di un paesaggio agricolo "che fu", al contrario, la sua valorizzazione, permetterebbe di incentivarne la diffusione e le innumerevoli prospettive di sviluppo ad essa correlate". Tutti gli uomini volenterosi, tutti quelli che amano la Campania, dovrebbero svegliarsi per portare avanti un importante progettualità non solo sul settore agricolo.
Michele Scognamiglio dedica questo suo libro ai figli Ciro e Azzurra, dice: "È stato per me un grande onore e al tempo stesso una pesante responsabilità aver voluto questa pubblicazione, la mia gratitudine va alla famiglia Cosentino, in particolare a Giovanni, Nicola e Antonio appassionati signori dell'asprinio ad alberata. È stata la loro affettuosa disponibilità a favorire l'incontro con la bionda ed aspra uva di Aversa e l'inevitabile innamoramento.
Maria Antonietta Aceto, per la pubblicazione la rappresentazione della vite maritata preziosissima fonte di spunti e di riflessioni.
Umberto Trombelli, enologo colto, raffinato capace di mettere il vino sempre nelle migliori condizioni di dire la sua.
Salvatore di Villio, esperto come pochi nel catturare in ogni scatto il fascino e la suggestione di interi territori.
Peppe Vessicchio, amico sincero, compagno di ricerche insolite e coraggiose, complice di continue imboscate alla curiosità.
Antonio Medici, per la generosa prefazione, con la speranza di continuare a "contagiarlo" con le mie tumultuose idee.
Regnabile Giordano, sodale di bevute degne di essere ricordate per avermi prestato ascolto attento e critico nel corso della stesura del testo.
Ed infine, ringrazio con anticipo quanti oltre a farmi dono della loro lettura, vorranno fornirmi preziosi commenti e suggerimenti".