FIRENZE, CONCLAVE DELL'ACCADEMIA DELLA VITE E DEL VINO

di Giuseppe Casagrande

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Inaugurato il 74° Anno Accademico con l'investitura del nuovo presidente, il prof. Rosario Di Lorenzo, che dopo 20 anni subentra ad Antonio Calò, da oggi presidente onorario.

Oggi, 13 giugno, a Firenze, in via San Gallo, è stato inaugurato il 74° Anno Accademico della Vite e del Vino con l'investitura del nuovo presidente il prof. Rosario Di Lorenzo. Una sede simbolica, via San Gallo, fortemente voluta dalla Regione Toscana che ospita l’evento grazie alla volontà della vicepresidente, Stefania Saccardi, che dimostra con questo gesto la volontà di riportare l’Accademia nel cuore della Toscana. Un appuntamento importante per il settore e non solo. L’Accademia rappresenta, infatti, il più importante sodalizio italiano che si occupa vitivinicoltura annoverando tra i propri iscritti 570 accademici: cattedratici, ricercatori, imprenditori e divulgatori del settore.

Il prof. Luigi Moio, presidente dell'Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino

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Il prof. Luigi Moio, presidente OIV, Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino.

Il programma della mattinata prevede i saluti del neo presidente dell’Accademia, il prof. Rosario Di Lorenzo, la consegna dei diplomi accademici e quindi la prolusione di Luigi Moio, professore ordinario di Enologia alla Facoltà di Agraria dell’Università Federico II di Napoli, accademico, presidente dell’OIV (Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino) dal titolo "Il futuro del vino nell’era della sostenibilità". Quindi, a seguire, l'assemblea del Corpo Accademico. 

«Apriamo questo anno accademico con un nuovo corso, un nuovo gruppo di lavoro che vede varie figure impegnate nel consiglio direttivo, ma anche con nuovi obiettivi in uno scenario, quale quello vitivinicolo, che sta cambiando – ha annunciato il presidente dell’Accademia, Rosario Di Lorenzo – metteremo in questo senso tutti i nostri accademici al servizio dello sviluppo delle tecniche, ma anche della riflessione e della divulgazione sulle nuove tematiche e problematiche che incidono nel comparto e nella filiera».

Dopo 20 anni Antonio Calò passa il testimone al prof. Rosario Di Lorenzo

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Il prof. Rosario Di Lorenzo, neopresidente dell'Accademia della Vite e del Vino.

L’apertura dell’Anno Accademico avviene sotto la guida della nuova governance che ha visto, dopo 20 anni, Antonio Calò passare la mano al prof. Rosario Di Lorenzo nel ruolo di Presidente dell’Accademia fondata il 30 luglio 1949 a Siena (città dove ha avuto sede per moltissimi anni) con lo scopo di promuovere studi, ricerche e discussioni sui maggiori problemi concernenti la vite ed il vino, compreso l'insegnamento. 

Con la nomina di Rosario Di Lorenzo a presidente sono stati eletti vicepresidenti Vincenzo Gerbi e Angelo Costacurta, e consiglieri Emilio Celotti, Donatella Cinelli Colombini, Davide Gaeta, Cesare Intrieri, Giusi Mainardi, Vittorino Novello, Danilo Riponti, Oriana Silvestroni, Paolo Storchi, Alessandro Torcoli e Carlo Viviani. Antonio Calò avrà il ruolo di presidente onorario.

Un curriculum prestigioso: California, Cile, Sudafrica, Brasile, Spagna, Grecia, Ungheria

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L'accademico Albino Armani (al centro) con l'avv. Danilo Riponti e il prof. Attilio Scienza.

Rosario Di Lorenzo è nato a Palermo nel 1955. Professore Ordinario di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree all’Università di Palermo, ha svolto quasi per intero la propria carriera accademica nell’ateneo siciliano salvo una breve parentesi a Reggio Calabria. Di Lorenzo ha effettuato soggiorni di studio presso numerose istituzioni scientifiche e centri di ricerca viticoli in California, Cile, Sudafrica, Brasile, Spagna, Germania, Grecia e Ungheria.

Fin dalla laurea in Scienze Agrarie all’Università di Palermo nel 1977, e successivamente nelle sue oltre 100 pubblicazioni, Di Lorenzo ha dedicato una particolare attenzione allo studio della nutrizione idrica e minerale delle viti e alla sperimentazione del telerilevamento in viticoltura. Due problematiche particolarmente attuali ed importanti in un’epoca in cui le parole chiave sono siccità, innovazione tecnologica e sostenibilità.

Docenti universitari, ricercatori, imprenditori del settore e divulgatori

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Il prof. Antonio Calò (a destra) con il mastro distillatore trevigiano Roberto Castagner.

L’Accademia Italiana della Vite e del Vino tra i propri membri annovera docenti universitari, il meglio dei ricercatori italiani in campo vitivinicolo, i titolari delle maggiori imprese del settore e i professionisti che, nei diversi settori, contribuiscono alla divulgazione scientificamente corretta del "pianeta" vino con riferimento, in particolare, alle denominazioni dei vini di alta qualità e ai riflessi nell'ambito sociale, artistico e letterario. L’Accademia è collegata al Ministero dei Beni Culturali ed al Ministero dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e delle Forste.

L’attività si svolge in "tornate" a carattere itinerante con eventi organizzati insieme a visite conoscitive di specifiche realtà produttive. Questo ne consente la divulgazione e valorizzazione in Italia e all’estero. L'Accademia della Vite e del Vino assegna ogni anno tre riconoscimenti: il premio "Arturo Marescalchi" per celebrare la memoria del suo primo presidente onorario, il premio internazionale di vinicoltura "Giovanni Dalmasso" in memoria del suo presidente fondatore e il premio "Pier Giovanni Garoglio", in ricordo dell'illustre studioso che è stato per diversi anni suo presidente.

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