PREMIATO IL "REBORO" DELLA STORICA CANTINA PISONI (1852)

di Giuseppe Casagrande

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La Guida "ll vino per tutti" ha assegnato la clessidra di platino (il riconoscimento più prestigioso) all'azienda agricola trentina della Valle dei Laghi.

Nosiola, ma non solo. La Valle dei Laghi, che costituisce un unicum nel cuore delle Dolomiti per quanto riguarda il clima (un microclima tipicamente mediterraneo ove sono presenti piante sempreverdi, il leccio, gli ulivi, l'alloro) non è famosa solo per quel mitico vitigno autoctono a bacca bianca dalle cui uve nasce Sua Maestà il Vino Santo. Da qualche anno alcuni vignaioli della zona hanno riscoperto un vitigno autoctono a bacca rossa: il "Rebo" che, al pari della Nosiola, regala ai wine lover grandi soddisfazioni.

"Rebo", un incrocio tra il Merlot e il Teroldego: fu creato da Rebo Rigotti

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Il "Rebo" è un incrocio tra il Merlot e il Teroldego (inizialmente si pensava fosse Marzemino) creato a metà del secolo scorso da Rebo Rigotti, ricercatore dell'Istituto Agrario di San Michele all'Adige. Originario della Valle dei Laghi, Padergnone per la precisione (1891-1971), Rigotti contribuì con le sue sperimentazioni a rivoluzionare molti settori dell'agricoltura trentina sia nella veste di agronomo sia come genetista. Il vitigno "Rebo", da lui creato assieme ad altri incroci, fu iscritto nel Catalogo Nazionale delle Varietà di uve da vino atte alla vinificazione nel 1978. Ed è proprio in Valle dei Laghi che il suo "Rebo" ha trovato il terroir ideale per esprimere al meglio le proprie potenzialità.

E "Reboro" è la sua massima espressione. Il segreto? L'appassimento

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Partendo dalle caratteristiche pedoclimatiche della Valle dei Laghi dodici anni fa è nato il progetto di valorizzare questo vitigno a bacca rossa creando un vino ancora più prestigioso: il "Reboro". Un vino che si fonda su una tradizione secolare: l'appassimento (in questo caso, dai 40 ai 60 giorni) delle uve Rebo sulle «arèle» come avviene per il mitico Vino Santo. Esperimento riuscito, che ricorda l'Amarone della Valpolicella, non per il numero di bottiglie (poche migliaia), ma per l'eccellenza del prodotto. E così è nato quello che è considerato tra i vini rossi il fiore all'occhiello della Valle dei Laghi: il "Reboro". Un progetto nato dall'amicizia e dall'amore dei vignaioli della Valle dei Laghi per un territorio unico al mondo.

Colore rubino brillante, un vino elegante, vellutato, di grande struttura

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"Reboro" è un vino che racconta la storia di una comunità con le sue tradizioni ancestrali. Vino dotato di una grande struttura, dal color rubino brillante, dopo la spremitura e la successiva vinificazione, matura per tre anni in botti di rovere e attraverso un lento processo di arricchimento organolettico regala ai wine lover sensazioni balsamiche elegantissime che ricordano, oltre alla ciliegia e ai piccoli frutti, gli agrumi, il miele, la cioccolata, le spezie. Sei sono le aziende che hanno aderito al progetto e che producono il "Reboro": Pisoni, Pravis, Pedrotti, Maxentia, Francesco Poli e Giovanni Poli.

Il "Reboro" Pisoni ama le carni alla brace, le grigliate e la selvaggina

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Nei giorni scorsi il Reboro Pisoni annata 2017 è stato premiato dalla giuria della Guida 2023 "Il vino per tutti" con la clessidra di platino (il riconoscimento più prestigioso che viene assegnato ai vini che superano il punteggio di 90 centesimi). Affinato per tre anni in botti di rovere e dodici mesi in bottiglia, il Reboro Pisoni annata 2017 si presenta con un bel colore rubino granato, il bouquet intenso di frutta rossa e confettura, il sorso vellutato e una lunga, infinita, persistenza in bocca. Un vino ideale per accompagnare la selvaggina, ma consigliatissimo anche per le carni alla brace e le grigliate.

L'annata 2017 l'avevo assaggiata qualche mese fa con l'amico Francesco Turri nella Vinoteca della famiglia Pisoni a Pergolese, anfitrioni Marco e Stefano Pisoni. L'ho riassaggiata un paio di settimane fa con il team della Guida "Il vino per tutti" assieme ai colleghi Piero Rotolo, Bruno Fulco, Umberto Faedi e Francesco Turri. Ed il giudizio è stato unanime: ampiamente meritata la clessidra di platino. Punteggio 91 centesimi. "Una gemma preziosa che siamo orgogliosi di presentare ai wine lover anche per condividere con loro la soddisfazione per il prestigioso riconoscimento" hanno commentato Marco e Stefano Pisoni dopo la consegna della clessidra.

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