di Giampietro Comolli
Siamo lungo l’antica strada che univa Gorizia a Udine, quella stessa via che fu percorsa da Romani e Longobardi. Territorio legato da sempre prima ai Patriarchi di Aquileia e per oltre 400 anni agli Asburgo. La vita, le persone, i luoghi, l’ambiente risente in modo positivo l'eredità di una cultura attenta, fedele, attiva e rispettosa e aperta al passaggio di mercanti. La prima viticoltura è soprattutto legata, come si dice di nome e di fatto, alla Ribolla e al Refosco, spesso chiamati e integrati dalle cultivar varianti di Cividino (bianco) e Corvino(rosso), che nei secoli sono rimasti e diventati un simbolo, grazie alla sperimentazione e agli usi e costumi delle diverse produzioni e tipologie di vini. Territorio di passaggio aperto anche alle innovazioni e alle produzioni diventate tipiche come il Tocai, oggi chiamato Friulano per non confonderlo con altri vini e altre tipologie, come il Pinot grigio, il Riesling, il Picolit, il Sauvignon. Il Collio Goriziano si incunea fra i fiumi Judrio e Isonzo e la pianura che scende verso il mare. Sono circa 1500 ettari coltivati a vite, soprattutto di vitigni a bacca bianca.
I terreni hanno origine dagli effetti alluvionali quaternari con depositi, da grossolani a fini, da marnosi ad argillosi sabbiosi, man mano che dall’altopiano Carsico e dai colli eocenici goriziani si scende verso la fascia piana consolidata. Qui ha trovato un ottimo habitat anche il vitigno Malvasia a bacca bianca portato o dai mercanti veneziani o dai commercianti dalmati. Vitigno, oggi noto come Malvasia Istriana, è una delle 17 varietà di Malvasia coltivate in Italia, soprattutto in zone dove ci fu influenza diretta e rapporti con la Repubblica di Venezia. Prima del vitigno, era notissimo, richiesto e superpagato già agli inizi del XIV°, un particolare vino bianco dolce proveniente dal porto greco di Momenvasia nel Peloponeso, luogo dove erano depositati tutti i vini da Creta, Cipro e l’Egitto, di proprietà esclusiva dei veneziani che lo commerciavano in tutta Europa, con il nome del porto greco, ma adattato in “Marvàsiae”, da cui preso nome anche le calli veneziane di vendita al consumo “malvasie”.
Da qui il nome del vitigno (originariamente è un Moscato Giallo che arriva dalla Grecia interna e dalla Dalmatia da non confondere con il Bianco che segue la via del sud Mediterraneo) oggi diffuso che sul Collio prende la denominazione di Malvasia Istriana, ottima in purezza ma anche in assemblaggio per la sua non eccessiva aromaticità dolce. E’ uno dei vini di punta della azienda vitivinicola Ronco dei Tassi sorta nel 1989 con circa 9 ettari. Oggi il podere, posto a Montona di Cormons, consta 18 ettari a vigneto, in gran parte divisi in ronchi (sono le terrazze aperte al sole che arriva dal mare) e tutto il resto è a bosco, proprio nel cuore del Collio, fra i 140-200 mslm, area ambientale tutelata, ricca di flora e di fauna protetta, anche se golosa di uva, come i tassi che danno il nome alla azienda.
Fabio e Daniela Coser sono gelosi della loro Malvasia, ci credono. La Malvasia Doc Collio o Collio Goriziano, vendemmia 2018, ha una vestaglia di colore paglierino intenso con bagliori d’oro. Il quadro aromatico è delicato e improntato a una gamma di fiori bianchi di campo con privilegio per i fiori di pesco. In bocca è subito raffinato e caratteriale, dall’equilibrio ricercato, con punte di cannella e di albicocca, palato pieno e sapido, finale dal retrogusto leggermente mandorlato di noce moscata e di nocciolo fresco di pesca percocca. @amemipiacecon peperoni e pomodori gratin ripieni di carne e/o formaggio e pane grattugiato oppure un piatto semplice di spaghetti aio-oio-peperoncino oppure trofie al pesto ligure purissimo oppure una tartare di carne cruda di cavallo o di pesce spada e tonno tagliate grosse al coltello.
Ronco dei Tassi di Coser Azienda Agricola
Strada della Montona 15-19, 34071 Cormons (GO)
Tel. +39 0481 60155
info@roncodeitassi.it
www.roncodeitassi.it