UVA DA TAVOLA DI CANICATTÌ IGP, POLPA CARNOSA E CROCCANTE

di Cesare Aldesino

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Disposta ad anfiteatro, in una conca naturale (l'alta valle del fiume Naro) e circondata da basse e ridenti colline, sorge Canicattì, città siciliana della provincia di Agrigento. Nel territorio verde che la circonda, assai fertile e tradizionalmente vocato alle colture frutticole si coltiva l'Uva da Tavola di Canicattì IGP, della varietà Italia, ottenuta dall'incrocio Bicane con Moscato d'Amburgo. L'Uva da Tavola di Canicattì IGP ha acini di forma sferoidale-ellissoidale di dimensioni medio grosse, caratterizzati da una polpa carnosa e croccante, dolce con delicato aroma di moscato. L'epicarpo è giallo tenue o giallo paglierino dorato. I suoi grappoli, dal peso compreso fra 0,8 e 1 kg, sono uniformi nel colore, nella dimensione medio-grande, e nella forma conicopiramidale, caratterizzati da acini misuratamente radi con sviluppo regolare, raspi armonicamente sviluppati e peduncolo notevole.

Proprietà nutritive

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L'Uva da Tavola di Canicattì IGP è un alimento gustoso ed equilibrato, la cui composizione nutritiva la rende adatta a qualsiasi tipo di alimentazione. È tra i frutti più zuccherini, contiene circa l'8% di fruttosio e l'8% di glucosio ed è un frutto energetico. L'uva contiene una percentuale alta di acqua (l'80%). Può avere, perciò, un effetto diuretico e purificante. Mezzo grappolo (140 gr) contiene i seguenti valori per porzione: Kcalorie 90; calorie da grassi 10% di consumo; totale grassi 1 gr 2%; grassi saturi 0 gr 0%; colesterolo 0 mg 0%; sodio 0 mg 0%; totale carboidrati 24 gr 8%; fibre 1 gr 4%; zuccheri 23 gr; proteine 1gr; vitamina A 2%; vitamina C 25%; calcio 2%; ferro 2%. Disinfettante e antivirale, diuretica e lassativa se impiegata a digiuno esprime appieno le sue proprietà benefiche per l'organismo. Attiva le funzioni epatiche, facilita la digestione e contribuisce a ridurre il livello di colesterolo nel sangue. Oltre al canonico consumo fresco, l'uva può essere impiegata come ingrediente nella preparazione di dolci, marmellate e succhi. L'Uva da Tavola di Canicattì IGP può essere conservata per oltre un mese se collocata in ambienti molto umidi a basse temperature. Per sfruttare al meglio le sue proprietà disinfettanti e antivirali, diuretiche e lassative, è consigliabile consumarla fresca la mattina a digiuno. 

Area di produzione

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Attualmente l'Uva da Tavola di Canicattì IGP è localizzata nell'area della città che le presta il nome, considerato centro di riferimento per 20 comuni della provincia di Agrigento e Caltanissetta, tra cui Campobello di Licata, Delia, Favara, Licata, Naro, Palma di Montechiaro, Ravanusa e Ries. L'Uva da Tavola di Canicattì IGP trova nell'areale canicattinese, l'ambiente ideale per esaltare le proprie caratteristiche. Le tecniche di produzione adottate consistono nella concimazione "organo-minerale" e nelle operazioni in verde, quali eliminazione germogli, potatura, sfogliatura, raddrizzamento grappoli, diradamento, selezione grappoli, irrigazione di soccorso e interventi fitosanitari.

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I vigneti vengono coperti con materiali di copertura per garantire la conservazione sulle piante dell'uva, che può essere raccolta e commercializzata allo stato fresco nei mesi autunno-invernali fino alla prima-seconda decade di gennaio. La raccolta si effettua dalla terza decade di agosto fino alla seconda decade di gennaio dell'anno successivo.

La storia
La vite arrivò nel Mediterraneo già nel 600 a.C. I Fenici la fecero conoscere in Francia, mentre i Romani in Germania. In particolare la coltivazione dell'uva della tipologia "Italia", pur essendo stata introdotta nella prima metà del XX secolo, si affermò solamente agli inizi degli anni '70 nella zona di Canicattì, dove prese il posto delle tradizionali colture di cereali, mandorli e leguminose. Prodotta nell'Agrigentina, apprezzata e riconosciuta in varie parti del mondo.

Conoscere Canicattì

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Canicattì è un comune italiano di 35 539 abitanti. Il territorio di Canicattì si trova al confine fra le province di Agrigento e quella di Caltanissetta, in una conca naturale (l'alta valle del fiume Naro) circondata da basse colline, assai fertile e tradizionalmente vocata alle colture frutticole (un tempo il mandorlo, oggi l'Uva Italia, l'uva da mosto, la pesca e l'albicocca). L'area si differenzia notevolmente dal territorio circostante; tale differenza ha favorito sia il paesaggio agricolo che il centro urbano. Più verde e florido il primo, maggiormente ricco di attività commerciali, anche all'avanguardia, e di animazione cittadina il secondo, rispetto ai centri vicini di entrambe le province. La città è nota anche per l'Accademia del Parnaso, nata nel 1922, e che, attraverso la poesia e il suo "Statuto" prendeva di mira il potere e molti aspetti della vita del tempo.

Teatro sociale restaurato 570

Tra i fondatori, che potrebbero benissimo essere paragonati alle "maschere" della commedia dell'arte si ricordano un oste, il quale declamava i suoi versi all'interno della sua attività, il fascista don Ciccio Giordano, un filosofo, professore universitario e pedagogo, il prof. Calogero Angelo Sacheli, un farmacista-giornalista-polemista e cioè il socialista Diego Cigna, un barone eccentrico e grande viaggiatore, Agostino La Lomia[4], un avvocato, il quale durante un processo chiese la perizia psichiatrica per il suo assistito solo per aver scelto lui come difensore, Salvatore Sanmartino, un poeta, definito il "cantore di Agrigento", Francesco Macaluso, un sarto, Giuseppe Paci, autore delle famose "Maschere", un commerciante di cereali, Pietro Greco. Tra i suoi arcadi vanno ricordati: Luigi Pirandello, Marta Abba, Filippo Tommaso Marinetti, Adriano Tilgher (che la definì la "più audace Accademia satirica italiana"), Leonardo Sciascia e tanti altri.

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Consorzio dell'Uva da Tavola di Canicattì IGP
Contrada Carlino, 92024 Canicattì (AG)
Tel. +39 347 0910413
uvaigpcanicatti@libero.it 

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